Primavera: tepore, luce e colori ma anche riacutizzazione di ansia, depressione e disturbi psicologici.
Il clima e il meteo tipici della primavera possono provocare un peggioramento nei quadri di ansia, depressione e irritabilità, ma, in molti casi, l’arrivo della “bella” stagione può anche rivelarsi un prezioso alleato.
In alcuni periodi può capitare di sentirsi in qualche modo obbligati a dimostrarsi positivi ed energici, come può accadere ad esempio a Natale e, appunto, durante le prime luminose giornate di primavera in cui la luce, il clima più mite e la natura rigogliosa iniziano ad imporsi.
In molti casi, però, sembra per almeno due milioni di italiani, avviene qualcosa di apparentemente paradossale rispetto al contesto festoso: la cosiddetta “sindrome di primavera” porterebbe a un peggioramento dei sintomi legati ai disturbi d’ansia e dell’umore, solitamente acutizzando una flessione in senso depressivo del tono umorale (talvolta, però, anche verso il polo maniacale, quindi verso l’ipereccitazione).
Oltre ad ansia, stress e depressione (che può sfociare in un vero “disturbo affettivo stagionale”) sembrano aumentare i sintomi di irritabilità e aggressività in generale e un senso di stanchezza che frenerebbe nelle quotidiane attività che diventano così molto più faticose del solito. Oltre all’instabilità meteorologica, dal punto di vista biologico il fattore principale di questi malesseri sarebbe riconducibile al cambio di luce che andrebbe ad alterare non solo l’umore sconvolgendo i ritmi circadiani (“orologio biologico” del ciclo 24 ore) e i livelli di melatonina, ma addirittura le funzioni cognitive legate, in particolare, all’apprendimento.
Le donne, inoltre, risultano essere statisticamente più afflitte da disturbi d’ansia e d’umore rispetto agli uomini, in primis per i casi di depressione, a cui vanno a sommarsi anche i fastidi e le ulteriori alterazioni ormonali legate alle varie fasi del ciclo mestruale.
Dal punto di vista più strettamente psicologico e, se vogliamo, anche simbolico, le stagioni “di passaggio”, rappresentano anche un bilancio che le persone possono essersi costrette a fare o una forzata previsione del periodo che sta per giungere. Ognuno di noi ha probabilmente delle personali preferenze legate al ciclo dell’anno (c’è chi ama la libertà e il calore dell’estate, chi l’intimità casalinga e i paesaggi dell’inverno, chi i colori e le nuvole dell’autunno e chi i boccioli variopinti e il tepore non soffocante della primavera) ma risulta importante, nel lavoro dello psicologo, comprendere cosa rappresenta uno specifico periodo per una persona particolare, ovvero l’individuale chiave di lettura che questa dà a una stagione e a quello che tale fase sta per portare con sé e con cui dovrà confrontarsi.
Non è marginale considerare anche il fatto che la temperatura più mite che la primavera propone rappresenta anche, inevitabilmente, il dover scoprire maggiormente il proprio corpo e per molti questo è un punto delicatissimo. Spogliarsi non è infatti spesso facile, né se non si ha una buona autostima legata alla propria immagine corporea né per il fatto che i vestiti rappresentano una barriera tra la persona e un mondo che, magari, può apparire invasivo o pericoloso. Il caldo, insomma, può essere vissuto come uno stimolo troppo brusco per essere costretti a “uscire dal letargo” in tutti i sensi e affrontare le proprie paure.
Tuttavia, se qualcuno può augurarsi che effettivamente “non esistano più le mezze stagioni”, quando si “cammina” in un percorso di supporto psicologico e si offre alle persone uno spazio di sfogo e riorganizzazione dei vissuti ma anche un accompagnamento verso meccanismi e stili di vita più sani e funzionali, non si possono non considerare i benefici che le giornate soleggiate regalano. Frequentemente invitare i pazienti a stare all’aperto, nella natura, può sembrare retorico, ma è un piccolo passo che, insieme a tanti altri, può far uscire piano piano le persone dallo stallo, dal grigiore, dalla rassegnazione. Oltre ad acquisire consapevolezza (operazione per nulla banale e semplice) sulle meraviglie della vita e della natura che ci sorridono quotidianamente, l’esposizione alla luce (magari in combinata con attività fisica) rappresenta a livello ormonale un vero toccasana per umore, autostima, qualità del sonno e, tra i tanti benefici che poi seguono a cascata, anche sul miglioramento della sessualità.