IL “PESO” NEL SESSO: STILE DI VITA, SOVRAPPESO E VIRILITÀ
Lo stile di vita, ovvero praticare attività fisica, perdere grasso, supportare corpo, mente e umore, ha una grande influenza benefica sul mantenimento e sul recupero di una soddisfacente vita sessuale, per uomini, donne e per la virilità in particolare.
“Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare”.
Questa massima è attribuita al saggio Ippocrate, medico antico. Si sente così tanto parlare di lavorare sullo stile di vita, da considerare superficialmente tale indicazione come inflazionata, retorica e accessoria. In realtà, raggiungere il mantenimento costante di una serie di sane abitudini rappresenta uno degli obiettivi più difficili e, di conseguenza, gratificanti e vantaggiosi che, a cascata, porterebbero a enormi benefici a 360 gradi sulla salute della persona anche dal punto di vista sessuale.
Lavorare sul senso del dovere o sul timore delle conseguenze negative di condotte improprie, però, non è un incentivo sufficiente. Spesso i professionisti sanitari e i pazienti stessi dimenticano una cosa: lavorare a monte sul rafforzare e mantenere la motivazione a cambiare, contrastando una naturale sempre presente resistenza al cambiamento. È inoltre ancora troppo diffuso, non solo tra i pazienti ma anche tra i curanti stessi, il focalizzarsi sul singolo sintomo portato e tralasciare la complessità della persona.
Sei a disagio per delle prestazioni sessuali in calo? Già averne consapevolezza e ammetterlo a te stesso/a è un grande primo passo, ma oltre a rivolgerti giustamente a un professionista che ti sia d’aiuto, apri un intimo spazio di riflessione sullo stile di vita che stai portando avanti e sulle eventuali ripercussioni.
Dal punto di vista sessuologico, ad esempio, è necessario notare subito se un uomo che lamenta un calo del desiderio e della performance sessuale, al di là di molte altre cause o variabili influenti, sia in condizione di sovrappeso o obesità.
Ad un importante aumento di massa grassa in un uomo, infatti, corrisponderebbe una minore produzione di testosterone, ormone maschile per eccellenza importantissimo nell’innescare il desiderio sessuale (e non solo), che, seppur prodotto anche dalle donne in quantità significativamente minore, nell’uomo ha un peso estremamente rilevante. In aggiunta, al diminuire dei livelli di testosterone con l’accumulo progressivo di grasso, aumenterebbe la produzione di estradiolo, ormone estrogeno prodotto prevalentemente dalle ovaie, quindi ormone femminile: in alcuni casi, quindi, in presenza di notevole quantità di grasso, anche i testicoli iniziano a convertire il testosterone in estradiolo, per via di un aumento dell’attività dell’aromatasi, enzima responsabile della conversione di testosterone in estradiolo.
Viene da sé cogliere quanto un buon sessuologo abbia l’accortezza di collaborare, qualora necessario, con figure mediche quali, ad esempio, l’endocrinologo, il dietologo, il cardiologo, l’andrologo, il ginecologo.
La presenza dell’estradiolo nell’uomo, inoltre, stimola la comparsa del cosiddetto “seno maschile” (ginecomastia), condizione che provoca generalmente disagio psicologico nel maschio in quanto la sua identità corporea perde l’apparenza maschile comunemente attesa creando incoerenza con il proprio ideale o con l’immagine corporea a cui era abituato precedentemente all’aumento di adipe.
Si innesca così un circolo vizioso per cui questi livelli di testosterone, che già hanno subito una diminuzione a causa dell’incremento di massa grassa, diminuendo ulteriormente agevolano a loro volta l’accumulo di ulteriore grasso, rischiando di condurre l’uomo ad uno stato di ipogonadismo progressivo, ossia una condizione endocrina di inadeguata secrezione di ormoni sessuali da parte delle gonadi, in questo caso i testicoli.
Superati i 50 anni, inoltre, la situazione può ulteriormente peggiorare dato che l’uomo va fisiologicamente incontro a una naturale carenza androgenica, aggravata e anticipata da uno stato di sovrappeso importante.
Se pensiamo poi a quanto l’alimentazione (e senza dimenticare il fumo di sigaretta) influisca sull’ostruzione delle principali vene e arterie, anche di quelle più grandi, immaginiamo alla facilità con cui può incidere sull’afflusso di sangue nella sottilissima arteria del pene.
Anche per le donne, comunque, una condizione di obesità non è esente da rischi per la salute sessuale: nella donna obesa, infatti, l’importantissimo ormone sessuale femminile estradiolo diminuisce facendo prevalere la produzione del più debole estrone (tipico della menopausa, non dell’età fertile) con le relative conseguenze sia a livello di ciclo mestruale sia di desiderio sessuale.
Tale circolo vizioso, appena descritto da un punto di vista biologico, è devastante anche psicologicamente se consideriamo quanto l’autostima sia una caratteristica non fermamente stabile, ma oscillante nell’arco della vita, che può molto risentire della percezione della propria corporeità.
Inoltre, la bassa quantità di testosterone può associarsi anche a stati depressivi, sia come causa sia come effetto. Se si pensa che la mancanza di desiderio sessuale è sintomo tipico, assieme ad altri, di un umore depresso, comprendiamo quanto sia importante per un uomo (e anche per una donna) conservare una quantità normale di testosterone.
Se una persona si sente stanca, apatica, lamenta calo della libido ed è in condizione di notevole sovrappeso, potrebbe quindi trarre un serio giovamento da un decisivo cambio di stile di vita, che comprenda, oltre ad una sana alimentazione e alla rinuncia al fumo anche un’adeguata attività motoria.
Al di là dell’alimentazione, infatti, l’attività fisica di per sé non solo stimola il rilascio di endorfine, ormoni che alimentano il senso di benessere, ma essa permette anche di accrescere i livelli di testosterone sia negli uomini giovani sia in quelli più anziani.
È chiaro, quindi, come il testosterone venga prodotto anche in base all’uso che un uomo ne fa: se un individuo è obeso o sedentario produrrà necessariamente una quantità minore dell’ormone che, per antonomasia, gli conferisce le tipiche caratteristiche virili.
Difatti spesso gli andrologi richiedono al paziente di effettuare delle analisi per rivelare il dosaggio di testosterone totale e, se possibile, lo confrontano con i valori dello stesso uomo in giovane età, al fine di poter stabilire se le difficoltà sessuali che riporta siano riconducibili a una diminuzione di testosterone e scoprirne poi la causa.
Accompagnare il paziente verso la consapevolezza di quanto stia esso stesso giocando un ruolo decisivo nella qualità della propria vita, anche sessuale, sorreggerlo in tale percorso, lavorare sull’autostima (che risulterebbe decisamente rafforzata dai risultati di una vita più sana) e agevolare la trasformazione del circolo vizioso in circolo virtuoso, appare ad oggi un obiettivo per noi clinici sempre più attuale e pressante, spesso ancora sottovalutato e delegato totalmente alla responsabilità del paziente.