Molti falsi miti, dicerie e “prodezze raccontate da amici” condizionano la sicurezza maschile, ma una risposta e una soluzione universali sull’eiaculazione precoce sono difficili da dare. È necessario valutare la storia personale e di coppia.
Quanti uomini si sono interrogati, dalla giovinezza fino all’età adulta, sulla durata delle proprie prestazioni sessuali?
Tantissimi, soprattutto da quando anche la soddisfazione sessuale femminile non è più (forse?) un tabù.
“Duro troppo poco?”, “lei sarà davvero appagata?”, “qual è la giusta durata di un rapporto sessuale?” sono solo alcune delle domande più frequenti che gli uomini possono porsi, in alcuni momenti di curiosità oppure, perché no, di insicurezza.
Il timore di soffrire di EIACULAZIONE PRECOCE è tra i più diffusi tra gli uomini in ambito sessuale, ma la risposta più adeguata richiede un’attenta analisi della situazione personale dell’uomo e dell’eventuale coppia, nel dettaglio.
Talvolta il disturbo di eiaculazione precoce viene tassativamente diagnosticato sotto alla durata di un minuto di IELT (Tempo di Latenza Eiaculatoria Intravaginale, ossia il tempo che intercorre tra la penetrazione in vagina e l’eiaculazione), ma sarebbe riduttivo e poco professionale parlare banalmente di minuti e secondi “corretti” per ogni uomo e ogni coppia!
Non dimentichiamo che la rapidità eiaculatoria ha rappresentato in qualche modo un traguardo evoluzionistico se pensiamo a un contesto primitivo, ricco di pericoli, in cui minore era il tempo trascorso distratti dal coito minore era la possibilità di essere attaccati da belve e nemici.
Anche in caso di presenza del disturbo, sicuramente scoraggiarsi non è per niente utile, anzi, è possibile valutare e studiare una strategia personalizzata per migliorare la soddisfazione sessuale!